La tigre senza nome

Una tigre solitaria con i suoi colori sgargianti e le sue lunghe fauci, dimenticata, senza più un nome, lì sul davanzale.

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Ha una storia da raccontare, un pensiero malinconico da condividere. Non sa più quanti giorni siano passati, si ricorda solo che le manine paffute di Leo l’hanno lasciata lì nel bel mezzo di una battaglia epica contro i nemici del parco, i temibili draghi rossi. Un attimo prima ruggiva con forza e un attimo dopo i draghi erano spariti e Leo era lontano, preso dal suo gelato, “Tornerà” si era detta la tigre, “appena la mamma l’avrà sgridato per essersi sporcato con il cioccolato, tornerà“. Invece no.

Poi una mattina, una di quelle con il sole alto e l’aria frizzante, arrivò una bambina tutta codini e lentiggini, guardò la tigre incuriosita, ma poi si ricordò l’ammonimento della nonna “Non raccogliere nulla che non sia tuo“, la lasciò lì, però le regalò una margherita.

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La tigre contò i giorni aiutandosi con i petali della margherita. Arrivata quasi alla fine non era più triste. Pensava al suo amico con le manine paffute e lo immaginava felice a combattere draghi e dinosauri mostruosi dentro la tana di lenzuola e cuscini.

Lei era libera, si sentiva bella.

Parlava tutti i giorni con nuovi bambini, ma poi rimaneva lì ad ammirare il sorgere del sole, a vedere la pioggia di pane cadere dal cielo, tutti i giorni nel primo pomeriggio, ad annusare l’aria della sera, quella che fa baciare gli innamorati.

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A un certo punto si voltò, scrutò l’interno della casa, una stanza semivuota, ogni tanto qualche scatolone, qualche vestito, niente più. No, non era la stanza di un bambino, non ancora. Sentì la voglia di trovare una nuova casa, nuove mani paffute.

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La tigre ha finito il suo racconto, si gira verso il parco, malinconica.

Una bambina, sì è una bambina quella che si sta avvicinando.

Ma non è una bambina qualunque, le sue lentiggini sono inconfondibili, stavolta i capelli sono sciolti, tenuti in ordine con un bel cerchietto blu. Un unico petalo è rimasto, aspettava lei. Gli occhi grandi e neri di Caterina dicono: “è ancora qui”! La tigre ora sa di non essere stata dimenticata, nuove avventure la attendono, storie di principesse e cavalli bianchi, di pirati e banditi, di alieni fluttuanti.

Caterina non ci pensa due volte, lei la tigre già la conosce:

Andiamo a casa… Ginger“!


Autrice racconto & foto: Laura Amanda – Tutti i diritti riservati

Civico30©

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