Ci siamo, finalmente posso scrivere un altro post da inserire nella rubrica a cui tengo tanto: #libri da mangiare. E finalmente posso raccontarvi di “lui” il libro che ha accompagnato la mia estate e che consiglio veramente a tutti, perché è una di quelle storie che non vedi l’ora di sapere come va a finire, ma che poi non vorresti aver finito, perché ti sei affezionata a Leo e agli altri protagonisti.
Sto parlano di “Splendido visto da qui” di Walter Fontana.
La ricetta che ho scelto per raccontarvi questo libro è quella delle pennette alla vodka, perché tutta la storia rimanda ad atmosfere e sensazioni retrò.
Il libro è ambientato in un futuro prossimo, anche se i protagonisti vivono nel passato, sì perché il mondo è diviso in zone militarizzate: anni ’60, anni ’70, anni ’80, anni ’90, anni zero e un quartier generale. E’ la paura del futuro che a un certo punto ha bloccato tutto, meglio scegliere un’epoca in cui vivere e continuare a riviverla ogni 10 anni partendo dall’inizio, piuttosto che sfidare l’incertezza del futuro.
Leo, il protagonista, vive nel quartier generale fa lo spazzino e lavora per il governo. Ogni epoca deve avere solo oggetti che le sono propri, gli oggetti del futuro devono essere eliminati, e con loro anche i traveller, di questo si occupano principalmente gli spazzini.
Tutta la storia è affascinante, i tantissimi dettagli degli anni passati intrecciano la nostalgia dei tempi che furono con un senso, sempre più forte via via che si scorrono le pagine, di oppressione per la mancanza di libertà e di prospettive. La certezza del presente-passato che annienta la possibilità dell’evoluzione e dell’imprevisto del futuro.
La narrazione lucida e molto attuale dell’autore prende il lettore e lo ingloba nella storia, diventa naturale chiedersi: “Ma io in che epoca vorrei vivere?”
Indecisi? Chiudete gli occhi e riportate la mente al passato, poniamo agli anni ’80, lasciatevi aiutare dai vostri sensi..
Udito: vi dice nulla la lambada, tormentone della fine degli anni ’80? E il festivalbar? Ma tra i miei ricordi più intimi c’è “Carissimo Pinocchio” cantato dal papà per farmi addormentare..
Olfatto: l’odore delle carte plastificate di mio fratello: calciatori, macchine, sport.. si collezionava di tutto!
Gusto: il Billy! La bevanda all’arancia da portare a scuola per merenda e presente in tutte le gite scolastiche!
Vista: beh i cartoni.. i più belli di sempre.. dai Barbapapà a Lady Oscar
Tatto: i capelli morbidi e gonfi della mamma, una gioia per me che ero solo una bambina
Non vi svelo altro perché “Splendido visto da qui” è un libro tutto da scoprire, con risvolti e spiegazioni inaspettate.
Pennette alla vodka
Una ricetta tipicamente anni ’80, tranquillizzante ma un po’ “esotica” per quegli anni, oggi a ripensarci fa quasi tenerezza. Rimane comunque un piatto gustoso e molto semplice da preparare.
Ingredienti per 2 persone:
160-180 gr di mezze penne rigate
1/4 di scalogno
40 gr circa di pancetta tesa
un bicchierino di vodka
pomodorini in barattolo (io ne ho utilizzati poco più di metà)
2-3 cucchiai di panna fresca
sale e olio e.v.o q.b.
Procedimento
Fate rosolare lo scalogno in due giri di olio, aggiungete la pancetta tagliata a listarelle. Fate cuocere dolcemente fino a che il grasso della pancetta non sarà diventato trasparente, a questo punto aggiungete la vodka e fate sfumare l’alcool.
Aggiungete i pomodorini (io li ho sostituiti alla passata prevista dalla ricetta classica, per aggiungere un pizzico di acidità), e continuate la cottura. A cottura quasi ultimata aggiungete la panna e fate andare per pochi minuti. Spegnete e aggiustate di sale.
Cuocete la pasta e passatela in padella con il sugo per un minutino.
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