Petaloso e le scelte non scontate

#Petaloso. Petalo + oso: con tanti petali. Il neologismo più famoso degli ultimi tempi ormai ha fatto il giro del web ed è sulla bocca di tutti, proprio di tutti, un po’ come “Marco se n’è andato”, il giorno seguente alla vittoria a San Remo di Laura Pausini.

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E’ la potenza della parola in sé che ha mosso il tam tam mediatico, anche i brand si sono attrezzati velocissimamente creando immagini ad hoc per sostenere l’inserimento del nuovo aggettivo nel vocabolario, ma la storia che si cela dietro a Petaloso è la vera forza, perché ci fa sperare, ci fa credere che le cose belle possono accadere, se lo si vuole, se ci si prova.

Sono sicura che conoscete già i fatti, ma ripeterli non fa male:

Matteo, un bambino della terza elementare della scuola primaria Oreste Marchesi di Copparo (Fe), durante un esercizio sugli aggettivi per la parola “fiore” ha scritto “petaloso”. La maestra Margherita Aurora, ha fatto notare al bambino l’inesistenza dell’aggettivo, riconoscendone però la bellezza. Da qui la decisione di inviare una richiesta di valutazione all’Accademia della Crusca.

Sorprendente e ineccepibile la risposta dell’Accademia che porta la firma di Maria Cristina Torchia:

“Caro Matteo, la parola che hai inventato è una parola ben formata e potrebbe essere usata in italiano come sono usate parole nello stesso modo. La tua parola è bella e chiara, ma come fa una nuova parola a entrare nel vocabolario?.. Una parola entra nel vocabolario se tante persone la usano e la capiscono e se tante persone cominceranno a dire e scrivere “Com’è petaloso questo fiore!” o come suggerisci tu “Le margherite sono fiori petalosi, mentre i papaveri non sono molto petalosi”. Non sono gli studiosi a decidere quali parole nuove sono belle o brutte, utili o inutili. Quando una parola nuova è sulla bocca di tutti (o di tanti) allora lo studioso capisce che quella parola è diventata una parola come le altre e la mette nel vocabolario»

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Nel giro di pochi giorni Matteo è diventato il “nostro piccolo inventore”, e tutti lo ringraziamo di cuore per averci fatto sognare un po’ e per questa nuova parola così piena, morbida e appagante!

Io, però, mi vorrei concentrare un attimo su Margherita Aurora (se poi non è destino, la maestra si chiama Margherita Aurora e il bimbo di cognome fa Trovò).

Sarà che sono sensibile all’argomento “maestre” visto che la mia mamma insegna alle elementari, sarà che giorno dopo giorno ho visto la passione di insegnare nonostante tutto: il passare degli anni, le poche risorse, la scarsa considerazione del ruolo della maestra. Sarà che ho visto i danni che possono fare le maestre che non sanno fare il loro mestiere, che non riconoscono le esigenze dei diversi caratteri dei bambini, sarà come sarà, ma sono felice che ci siano maestre come Margherita Aurora e come mia mamma. Felice di sapere che c’è chi sa fare una scelta non scontata, chi sa guardare oltre a un errore. Pensiamo un attimo a cosa sarebbe accaduto se la maestra si fosse limitata a fare un segno rosso sul foglio, niente, non sarebbe successo nulla. E vi sembra poco?

Quindi grazie a Margherita Aurora per aver saputo guardare oltre, per aver fatto una scelta non scontata, per averci provato, per Matteo, per tutti i bambini e per ogni possibilità che è in noi.

E… grazie mamma per la meravigliosa maestra che sei!

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Civico30
Photo credit: Katie Pritchard via greenweddingshoes

… se vuoi rifarti gli occhi, ecco la mia bacheca su Pinterest, petalosa ovviamente.

 

2 thoughts

  1. Ce ne fossero delle maestre così!!!! Forse è la stessa maestra che come compiti per le vacanze
    ha scritto ” Se il tempo è bello esci e gioca all’aperto, passa tutto il tempo con i tuoi genitori e se hai dei nonni fatti raccontare le storie di quando erano piccoli e loro saranno felici di parlartene”
    Eccezzzzionale veramente !!!!!

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